venerdì 21 dicembre 2012

Il 2013 scrutato dai Sapientoni della terra. Consigli per i nostri risparmi

Ofnews pubblica un articolo per cercare di far luce sul quadro della situazione che ci attende nel 2013. “Battere l’austerità” (Barclays Bank), “Bloccati a metà strada” (Morgan Stanley), “Rintracciare la crescita nella stagnazione (Goldman Sachs), “Uscire dall’incertezza” (Société Générale) . Una lettura dei titoli degli studi condotti dalle principali banche internazionali sulle prospettive economiche dell’Europa e del mondo per il prossimo 2013 fa capire subito che l’anno che verrà non sarà dei più semplici. E che le prospettive ancora incerte dell’economia mondiale condizioneranno pesantemente tutte le scelte di investimento future.
 Eppure il tono generale di questi studi, un po’ per un implicito obbligo di far professione di ottimismo, e un po’ per reale convinzione, non ha, in definitiva, tinte troppo fosche. La sintesi delle previsioni macroeconomiche delle grandi banche d’affari internazionali è presto fatta.  Il mondo crescerà, ma a un tasso inferiore a quello registrato nell’ultimo quinquennio  e che ballerà leggermente al di sopra, oppure al di sotto del 3%.
 L’eurozona sopravviverà e anzi nel 2013 uscirà rafforzata dalla crisi , nonostante una recessione che viene stimata nell’ordine dello 0,2-0,4%, con punte più accentuate proprio nei paesi deboli dell’area euro. In Italia e in Spagna la contrazione del Pil sarà, per entrambi i paesi, superiore al 2%.
 C’è poi la grande incognita del “fiscal cliff” , il baratro fiscale americano, fatto di tagli automatici alla spesa pubblica e aumento delle tasse. Una tagliola che potrebbe causare una seconda, non piccola, recessione. Ma anche su questo punto gli osservatori e gli economisti sono ragionevolmente ottimisti.
 Un accordo per una soluzione “morbida” dei problemi del debito pubblico statunitense verrà trovata, dicono gli esperti.  I paesi in via di sviluppo, infine, continueranno a svolgere la funzione di traino  dell’economia mondiale che hanno assunto da qualche anno.
 Un quadro macroeconomico complesso, dunque, quello che si delinea per il 2013, ma che non dovrebbe avere in sé nulla di catastrofico.
 Le conseguenze sulle scelte di investimento verranno esaminate da OF più nel dettaglio a partire da gennaio.  Possiamo tuttavia anticipare già adesso che l’orientamento generale dei grandi investitori tende a privilegiare le classi di attivi più rischiose, a cominciare dalle azioni (con l’indice Msci World già cresciuto di circa il 13% nel 2012) e le obbligazioni ad alto rischio (high yield, una performance di oltre il 20% in dodici mesi).
 C’è invece scetticismo sulle prospettive di ulteriore guadagno per il mercato del reddito fisso, che nell’anno che sta per concludersi ha registrato un risultato consolidato, fra cedole e capital gain, di circa l’11%.  L’indicazione è, in generale, quella di stare neutrali sul reddito fisso . Conviene, infine,  ridurre, la componente cash (liquidità) , di un portafoglio finanziario, perché sebbene l’inflazione non faccia paura (nell’eurozona per il 2013 è stimato un tasso di aumento del costo della vita inferiore al 2%), i ritorni degli investimenti di breve termine e di mercato monetario faticano a tener dietro alla dinamica dei prezzi e realizzano, di fatto, un rendimento reale negativo.

giovedì 29 novembre 2012

Gaetano Miccichè

Gaetano Miccichè
Gaetano Miccichè
Gaetano Miccichè è Direttore Generale e Responsabile della Divisione Corporate e Investment Banking di Intesa Sanpaolo e Amministratore Delegato di Banca IMI.

Nato a Palermo nel 1950, Gaetano Miccichè ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e un MBA alla Bocconi.
Nel febbraio 1971 ha iniziato l’attività alla Cassa Centrale di Risparmio delle Province Siciliane ottenendo l’incarico di Responsabile Clientela Corporate.
Nell’aprile 1989 è passato alla Rodriquez S.p.A. come Direttore Centrale Finanza.
Nel novembre 1992 ha raggiunto la carica di Direttore Generale della Gerolimich-Unione Manifatture.
Nel gennaio 1996 è stato nominato Direttore Generale di Santa Valeria S.p.A..
Nell’ottobre 1997 èdiventato Amministratore Delegato/Direttore Generale di Olcese S.p.A..
Nel giugno 2002, infine, è entrato in Banca Intesa.

Gaetano Miccichè ricopre importanti cariche anche in altre società:
  • membro del Consiglio di Amministrazione in Telecom Italia SpA, 
  • membro del Consiglio di Amministrazione in Alitalia SpA, 
  • membro del Consiglio di Amministrazione in ABI - Associazione Bancaria Italiana, 
  • membro del Consiglio di Amministrazione in Prada S.p.A.,
  • membro del Consiglio di Sorveglianza della Fondazione Ricerca e Imprenditorialità,
  • membro del Consiglio di Amministrazione di BIIS S.p.A.,
  • membro del Comitato Scientifico del Politecnico di Milano.
Gaetano Miccichè è sul web con un sito ufficiale e un canale Youtube che raccoglie i suoi interventi video e interviste radio.

Christopher Wheeler, analista Mediobanca: Fed e banche europee

Christopher Wheeler, analista di Mediobanca, parla su Bloomberg Television delle banche europee che sarebbero più colpite se la Federal Reserve istituisse requisiti patrimoniali più severi per le banche non statunitensi.

venerdì 23 novembre 2012

Banca Esperia: Del Piccolo lascia Ubi e si unisce a Andrea Cingoli

Sergio Del Piccolo lascia Ubi Banca e approda a Banca Esperia, la private bank guidata da Andrea Cingoli:

"Banca Esperia rafforza la propria struttura commerciale nella zona di Milano. La private bank controllata da Mediobanca e Mediolanum e guidata dall'amministratore delegato Andrea Cingoli ha reclutato Sergio Del Piccolo, ex Ubi Banca. Del Piccolo entra a far parte nel team guidato da Theo Delia Russell, responsabile della direzione commerciale per la Lombardia di Banca Esperia. L'obiettivo del rafforzamento è supportare l'attività sulla clientela di riferimento del gruppo, che comprende manager, professionisti e piccoli e medi imprenditori."
(da Milano Finanza)

giovedì 22 novembre 2012

Alberto Nagel lancia il piano strategico Mediobanca

Alberto Nagel
Alberto Nagel
Alberto Nagel , amministratore delegato di Mediobanca, durante il cda del 20 novembre, ha dato il via ai lavori sul piano strategico, definito business review, che dovrebbe essere pronto per la metà del 2013.
L'incontro è stato definito dai partecipanti positivo e proficuo per porre le basi del piano strategico  sulla parte banking, tenendo conto del difficile contesto economico e finanziario.
Con business review non si intende il cambio del modello Mediobanca, che nella parte «core» comprende in sostanza advisory e finanziamenti, bensì un suo rafforzamento tenendo conto, oltre che dello scenario macro e finanziario, anche quello in evoluzione della regolamentazione. In estrema sintesi il modello attuale dell'istituto è considerato pienamente funzionante ma sarà necessario fare una ricognizione sulle fonti di reddito per spingere verso una stabilizzazione dei ricavi e una maggiore redditività, anche grazie a un'attenzione crescente a costi e rischi.
In questo contesto per quanto riguarda la rete estera, che in pochi anni è arrivata a produrre circa un quarto dei ricavi della divisione corporate investment banking dell'istituto, la direzione appare anzitutto quella di un rafforzamento delle sedi già esistenti. Per il momento non si è parlato di un'estensione del network attuale (Parigi, Londra, Madrid e Francoforte, più la Turchia, in attesa dell'ok Bankitalia) creato con una logica di start up, cioè con nuove aperture e non per acquisizioni. (da Assicurazioni e banche)

martedì 30 ottobre 2012

Alberto Nagel: soddisfazione per i risultati del primo trimestre

Alberto Nagel, a.d. di Mediobanca, ha espresso soddisfazione per gli eccellenti risultati del primo trimestre. I risultati trimestrali della banca di Piazzetta Cuccia, approvati dal cda sabato mattina, sono infatti molto positivi, seppure conseguiti in un contesto caratterizzato dalla prosecuzione della "crisi economica e dalla contrazione del pil, seppur in un quadro macro dell'euro che va assumendo qualche maggior stabilizzazione", ha dichiarato Alberto Nagel.

Alberto Nagel
Alberto Nagel
Mediobanca ha segnato un balzo del 92% nell'utile del primo trimestre dell'esercizio 2012-2013 a 109 milioni di euro e sopra il consensus di 85 mln. I ricavi sono in calo del 5% a 453 milioni, stabili dal trimestre precedente. Il core tier 1 si conferma all'11,5% e il total capital ratio al 14,1%. All'andamento dei ricavi ha contribuito l'andamento favorevole delle attività di trading (62,5 milioni contro i 3,8 milioni del primo trimestre dell'esercizio precedente) che compensa i minori utili ottenuti dalle partecipazioni. La divisione "principal investing", che include le partecipazioni in Generali, Telco e Rcs, ha visto infatti una caduta dell'utile netto, dai 64,1 milioni al 30 settembre 2011 a 19,1 milioni al 30 settembre 2012.

L'apporto della valorizzazione a patrimonio netto delle partecipazioni si è ridotto a 23 milioni per effetto del minor contributo di Generali (da 63,3 milioni a 36,7 milioni) e della perdita operativa di Rcs (-13,6 milioni). Quanto alla divisione "corporate and investment banking", l'utile netto è risultato positivo per 61,7 milioni, contro il rosso di 25,9 milioni registrato a settembre 2011; nel retail banking", Chebanca! ha ridotto la perdita di periodo da 7,4 milioni a 2,8 milioni di euro grazie alla riduzione dei costi di struttura.

venerdì 26 ottobre 2012

Mediobanca: graduatoria 2012 delle principali società italiane

Mediobanca, l'istituto guidato da Alberto Nagel, ha appena pubblicato la graduatoria 2012 delle principali società italiane.
I dati si riferiscono agli esercizi 2010 e 2011 e riguardano un totale di 1009 gruppi e 2550 imprese operanti nei settori industria, commercio, finanza, leasing, factoring, banche, assicurazioni.
Nell'industria e nei servizi l'indagine considera le società italiane che hanno raggiunto nell'ultimo esercizio un fatturato di almeno 50 milioni di euro.
Questa indagine rappresenta la base per l'estrazione delle società selezionate per il Premio Mediobanca alle imprese dinamiche. L'indagine è disponibile gratuitamente in formato  telematico e può essere scaricato a questa pagina.

venerdì 19 ottobre 2012

Banca Esperia. La banca guidata da Andrea Cingoli acquista 2 fiduciarie

Andrea Cingoli
Andrea Cingoli
Banca Esperia, l'istituto guidato da Andrea Cingoli, fa shopping di fiduciarie.
La banca d'investimento fondata nel 2001 grazie a una joint venture tra Mediobanca e Mediolanum ha infatti recentemente annunciato l’acquisizione di Fiduciaria San Babila e di Cidneo Fiduciaria, entrambe autorizzate all’esercizio dell’attività fiduciaria e attive nell’area della Lombardia grazie alla presenza a Milano, Bergamo e Brescia.
L’operazione, fa sapere la banca di Andrea Cingoli, “si inserisce nell’ambito della strategia di sviluppo basata sulla costante evoluzione dei servizi di Wealth Planning, finalizzati all’ottimizzazione delle soluzioni per l’organizzazione, la pianificazione e la protezione del patrimonio, che vedono nei servizi fiduciari un elemento chiave”.

lunedì 24 settembre 2012

Alberto Nagel resterà a lungo. Parola di Ben Ammar

Alberto Nagel
Alberto Nagel
Al termine del board Mediobanca di giovedì, Tarak Ben Ammar, rappresentante dei soci francesi, ha detto che dietro al management di Mediobanca "c'è l'unanimità del consiglio e degli azionisti", e ha aggiunto di pensare che Alberto Nagel "resterà a lungo" amministratore delegato.
Ben Ammar (che ha anche escluso l'uscita di Groupama), ha aggiunto che "c'è fiducia in Alberto Nagel e in tutto il management, con il quale siamo in sintonia per compattezza e visione strategica".

venerdì 21 settembre 2012

Alberto Nagel ha presentato il bilancio Mediobanca

Alberto Nagel
Alberto Nagel
Alberto Nagel ha presentato ieri agli analisti il bilancio di Mediobanca chiuso il 30 giugno.
Il consiglio dell'istituto in mattinata ha approvato i conti chiusi con un risultato positivo per 81 milioni, rispetto ai 369 dell'esercizio precedente e un dividendo che viene confermato pur in calo da 17 a 5 centesimi per azione.
 "È stato un esercizio più che accettabile e ha portato alla proposta di un dividendo in un anno in cui il pagamento di una cedola non è stata pratica comune fra le banche italiane" ha commentato Alberto Nagel.
La remunerazione per i soci è, secondo Alberto Nagel, "un po' più che simbolica perché il payout è del 52% e mostra che anche in tempi difficili l'istituto può pagare un dividendo".
Oltre che dei conti, che hanno visto la crescita dell'utile bancario e della solidità patrimoniale con un core tier 1 passato dall'11,2 all'11,5%, ma hanno risentito di svalutazioni per 573 milioni (di cui 191 milioni fra Telco e Rcs, 132,7 sui cashes Unicredit, 141,1 sui bond greci), in consiglio si è parlato anche del piano industriale. Secondo quanto ha riferito un amministratore, la definizione del nuovo business plan, che secondo Alberto Nagel dovrebbe partire dopo l'assemblea di fine ottobre e concludersi entro giugno, terrà conto di almeno tre fattori: le regole di Basilea 3, il quadro macro e gli sviluppi della zona euro, il piano strategico di Generali, principale partecipazione di Mediobanca, al quale sta lavorando il nuovo group ceo Mario Greco.
Nel corso della riunione è stato poi definita come semplice "pettegolezzo" la voce di un possibile spin off delle attività dell'istituto.
Sulle partecipazioni, e in particolare sulle ipotesi di una riduzione della quota in Generali (oggi pari al 13,4%), Alberto Nagel ha risposto così agli analisti: "Siamo convinti che dovremo ridurre la nostra esposizione sui titoli azionari perché danno troppa volatilità al risultato netto. Nei prossimi mesi, quando la situazione dell'euro sarà più chiara, daremo indicazioni al mercato su cosa vogliamo fare sull'equity". Alberto Nagel ha poi sottolineato in conference call che Mediobanca ha garantito 13 miliardi di underwriting in aumenti di capitale con "risultati molto positivi" e un'assunzione di inoptato "non sostanziale". Ha quindi confermato che Mediobanca nell'esercizio in corso "sarà molto disciplinata nel rischio".

lunedì 27 agosto 2012

Andrea Cingoli: Banca Esperia per i Clienti Private

Andrea Cingoli, intervistato da "Finanza e diritto", spiega i plus Banca Esperia e delle società del Gruppo, che si propongono come il partner di riferimento per i Clienti Private:
Andrea Cingoli, ad di Banca Esperia
Andrea Cingoli, ad di Banca Esperia
"Banca Esperia - spiega Andrea Cingoli - è una banca fortemente specializzata: ci occupiamo di fornire soluzioni avanzate di Private Banking per clientela Private e Istituzionale. Siamo riusciti a ottenere la combinazione ottimale tra specializzazione e flessibilità grazie alle nostre dimensioni tipiche di una boutique dedicata.
Possiamo inoltre vantare un’importante solidità patrimoniale, grazie al fatto che il livello di rischio tipico della nostra attività si mantiene su livelli inferiori rispetto ad altri settori del banking e grazie alla minore rischiosità a cui siamo soggetti data la nostra specializzazione. I nostri due azionisti, Mediobanca e Mediolanum, sono leader nel mercato finanziario italiano e ci assicurano ulteriore solidità patrimoniale e supporto specialistico. Il nostro Core Tier I è pari a 17.78%, uno tra i più elevati nell’industria del Private Banking."

"Come già ricordato - continua Andrea Cingoli - la struttura di Banca Esperia ha come missione l’offerta di soluzioni in tre ambiti: servizi di investimento finanziario sia discrezionali che consulenziali, Wealth Planning e attività di consulenza per l’ottimizzazione degli asset illiquidi. Questo ci permette di avere un modello di business in grado di intercettare al 100% i bisogni del Cliente e della famiglia con particolare riguardo agli imprenditori, segmento particolarmente rilevante nell’industria del private banking. Oltre all’offerta di consulenza offriamo tutti i servizi necessari all’implementazione delle strategie individuate, mediante la piattaforma completa formata da Banca Esperia, dalle due società di asset management e dalla partnership con Mediobanca per le soluzioni dedicate agli asset illiquidi.  I nostri Clienti possono in questo modo beneficiare della consulenza sugli investimenti, con un costante monitoraggio del rischio, e di diverse soluzioni di investimento come il Mandato Multilinea, che permette di allocare il proprio patrimonio su più Linee di Gestione all’interno di un unico contratto; oltre a finanziamenti e mutui ipotecari per soddisfare le esigenze di finanziamento legate all’acquisto o ristrutturazione di immobili."
"L’indipendenza che ci caratterizza  - conclude Andrea Cingoli - ci consente di lavorare in un’ottica di architettura aperta, al fine di ricercare soluzioni “best in class” sul mercato nazionale e globale."

giovedì 23 agosto 2012

Luciano Goffi verso al direzione di Banca Marche

Luciano Goffi
Ore decisive per la scelta del nuovo direttore generale di Banca Marche. Il consiglio di amministrazione sta esaminando le possibilità e da indiscrezioni si fa concreta l’ipotesi che a sostituire Massimo Bianconi, che lascerà l’istituto creditizio al rientro dalle ferie agostane, sarà l’attuale direttore della Banca Popolare di Ancona Luciano Goffi. La sostituzione del manager Bianconi era stata ufficializzata lo scorso 26 luglio con un accordo (leggi l’articolo) di risoluzione consensuale che seguiva di poche ore le cronache giornalistiche che portavano alla luce un inchiesta di Bankitalia su alcuni affari immobiliari di Bianconi (leggi l’articolo).
Luciano Goffi guida la Banca Popolare di Ancona dal 2002 di cui era stato precedentemente vice.

(da Cronache Maceratesi)

lunedì 6 agosto 2012

Andrea Cingoli: forte presenza territoriale per Banca Esperia

Andrea Cingoli
Andrea Cingoli
Andrea Cingoli, in riferimento alla recente apertura di una nuova sede di Banca Esperia a Cesena, ha commentato:

"La strategia di Banca Esperia prevede una forte presenza territoriale per essere vicino ai nostri Clienti e comprendere le loro esigenze e caratteristiche, che variano sul territorio.

In quest’ottica si contestualizza il network di 12 filiali presenti nelle principali città e nei distretti industriali. In futuro abbiamo intenzione di proseguire con la strategia di crescita, che perseguiamo principalmente per linee interne".

"A tal fine - ha spiegato Andrea Cingoli - stiamo proseguendo nell’azione di potenziamento della nostra struttura commerciali, attualmente composta da 80 banker, orientando la ricerca verso professionalità provenienti dal settore del private banking, da industrie “limitrofe” quali consulenza aziendale, pianificazione familiare e pensiamo di avviare un programma per l’inserimento di giovani con elevato potenziale."

lunedì 30 luglio 2012

Bianconi lascia Banca Marche

Massimo Bianconi
A seguito di un attesissimo consiglio di amministrazione, il 26 luglio l’istituto di credito rende noto che l’attuale direttore generale della banca, Massimo Bianconi, si è dimesso dopo aver raggiunto un accordo di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Bianconi andrà, quindi, in pensione per raggiunti limiti d’età, lasciando definitivamente il suo incarico a settembre dopo aver diretto l’ente per più di 8 anni. La richiesta di un cambio al vertice del gruppo marchigiano era stata caldeggiata, nelle scorse settimane, dalla stessa Banca d’Italia, che con due lettere indirizzate all’istituto ha insistito affinché si rinfrescasse la governance del gruppo bancario. Probabile che dietro questo cambio al vertice ci siano state le polemiche circa le presunte operazioni immobiliari compiute dai coniugi Bianconi ed in conflitto d’interesse con l'istituto stesso, ricostruite ieri dal Corriere della Sera. Sembrerebbe che la moglie del direttore abbia acquistato un’intera palazzina a Roma, in via Archimede 96 al quartiere Parioli, per 7 milioni di euro, da parte di un immobiliarista, Vittorio Casale, il cui gruppo societario è in fallimento. Fin qui nulla quaestio, se non fosse che Banca Marche aveva abbondantemente finanziato fino a quel momento il gruppo Casale. In attesa che si chiarisca la vicenda, gli operatori economici del territorio, e non solo loro, attendono di sapere chi sostituirà Bianconi al vertice dell’istituto.

(da Qui Macerata)

mercoledì 25 luglio 2012

Bpm semplifica il gruppo. Nel piano 700 esuberi

Il piano 2012-2015 della Banca Popolare di Milano prevede la «creazione di una banca unica, commerciale, moderna e multicanale». Bpm punta «alla valorizzazione dei singoli marchi», oltre che «alla messa a fattor comune delle competenze specialistiche delle società prodotto».

La banca, che a fine piano stima ricavi per 1,76 miliardi (contro 1,35 mld del 2011), prevede quindi un «rigoroso presidio dei costi» che passa attraverso una riduzione degli organici (meno 700 risorse nell'orizzonte di piano) e un costo del personale in calo del 10% al 2015. Questo intervento, spiega l'istituto di Piazza Meda, interesserà circa 3.000 risorse, di cui 2.300 avviate a piani di riconversione e formazione, e avverrà attraverso misure socialmente responsabili. Sarà previsto un incentivo all'esodo di tutti coloro in possesso dei requisiti pensionistici e di adesione al fondo di solidarietà, mentre il restante personale verrà riallocato.

Il piano 2012-2015 della Banca Popolare di Milano prevede la «creazione di una banca unica, commerciale, moderna e multicanale». Bpm punta «alla valorizzazione dei singoli marchi», oltre che «alla messa a fattor comune delle competenze specialistiche delle società prodotto».

La banca, che a fine piano stima ricavi per 1,76 miliardi (contro 1,35 mld del 2011), prevede quindi un «rigoroso presidio dei costi» che passa attraverso una riduzione degli organici (meno 700 risorse nell'orizzonte di piano) e un costo del personale in calo del 10% al 2015. Questo intervento, spiega l'istituto di Piazza Meda, interesserà circa 3.000 risorse, di cui 2.300 avviate a piani di riconversione e formazione, e avverrà attraverso misure socialmente responsabili. Sarà previsto un incentivo all'esodo di tutti coloro in possesso dei requisiti pensionistici e di adesione al fondo di solidarietà, mentre il restante personale verrà riallocato.

lunedì 23 luglio 2012

Andrea Cingoli: L’accesso al credito sempre più complicato per le imprese

Andrea Cingoli
Andrea Cingoli
Andrea Cingoli, amministratore delegato di Banca Esperia, ha dichiarato a Finanza e Diritto: "Negli ultimi anni si registrano crescenti limitazioni per quanto riguarda la disponibilità di credito da parte del sistema bancario a beneficio delle piccole e medie imprese sul territorio, dovute alle nuove sfide che le banche stesse stanno affrontando. La modifica della normativa relativa al rischio di liquidità ha sicuramente inciso sul rapporto tra raccolta e impieghi; l’introduzione prospettica di più stringenti ratio patrimoniali e l’aumento delle sofferenze creditizie hanno ridotto la disponibilità ad erogare da parte delle banche. Per le piccole e medie imprese si presenta quindi la necessità di porre maggiore attenzione verso il mercato dei capitali".
"Alla luce di questo - ha proseguito Andrea Cingoli - il settore del private banking assume un ruolo fondamentale per supportare le PMI nella ricerca dei capitali di rischio, infatti il nostro Paese è caratterizzato da una forte capacità di risparmio e da una ricchezza significativa (900 miliardi di euro di ricchezza finanziaria per il settore del Private Banking) e, allo stesso tempo, i risparmiatori hanno iniziato a manifestare in maniera marcata una crescente disaffezione nei confronti degli investimenti finanziari e l’esigenza di ampliamento dell’offerta a investimenti di carattere reale, quali aziende e immobili.
Quindi Banca Esperia - ha continuato Cingoli -sta avviando un progetto che si pone l’obiettivo di supportare gli investitori privati grazie alla costituzione di club di investimento in asset corporate e real estate, che abbiano la supervisione di un partner istituzionale. Il progetto prevederà club di investimento strutturati e organizzati in maniera formale (assumendo per esempio la forma di “associazione”) che consentiranno di definire in modo univoco la mission condivisa, sulla base della quale Banca Esperia potrà fornire supporto consulenziale e di ricerca per la selezione delle società target. Inoltre permetteranno di selezionare, con attenzione  costante al conflitto di interessi, i service provider di supporto per l’acquisizione dei target e la validazione del processo di investimento. Inoltre - ha concluso Andrea Cingoli -  la costituzione di questi veicoli potrà permettere di coordinare le fasi di investimento e la ricerca delle risorse manageriali e/o i partner per lo sviluppo del business plan delle società target e per la successiva gestione dell’investimento, fino all’eventuale opzione di uscita dall’investimento stesso."

mercoledì 18 luglio 2012

Fabrizio Viola

Fabrizio Viola è l'Amministratore Delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena.

fabrizio viola
Fabrizio Viola
Nato a Roma nel 1958, Viola si è laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano.
È stato Direttore Generale di Banca Popolare di Milano, dal 2004 al 2008, prima di essere nominato Amministratore Delegato della Banca Popolare dell’Emilia Romagna.

Nella prima parte della sua carriera Fabrizio Viola ha lavorato in importanti società del settore della consulenza e della finanza per poi entrare nel settore dell’asset management, assumendo la responsabilità della gestione di alcuni fondi comuni di investimento di dimensione internazionale.
Tra le sue esperienze professionali più rilevanti c'è l’ingresso, nel 1987, nel Gruppo IMI, nell’ambito del quale è stato Direttore e responsabile del portafoglio azionario italiano delle gestioni patrimoniali private e istituzionali presso Sige.
Nel 1990 entra nel Gruppo Fondiaria e, nel 1995, entra nel Gruppo BPM, come Vice Direttore Generale e Direttore Investimenti in Ges.Fi.Mi S.p.A., responsabile dell’attività di asset management del Gruppo Banca Popolare di Milano.
Dopo un’esperienza di circa tre anni come Vice Direttore Generale di Banca Popolare di Vicenza, Fabrizio Viola rientra nell’ottobre 2001 nel Gruppo BPM con il ruolo di Condirettore Generale e membro del Consiglio di Amministrazione di Bipiemme Gestioni SGR.
Nel 2002 assume la carica di Direttore Generale della medesima società.

Dal 12 gennaio del 2012 Fabrizio Viola è Direttore Generale di MPS e, dal 3 maggio 2012, ne è anche Amministratore Delegato.

venerdì 13 luglio 2012

Abi: Giuseppe Mussari riconfermato presidente

Giuseppe Mussari è stato rieletto alla presidenza dell'Abi.
Il Consiglio dell'associazione ha anche eletto cinque Vicepresidenti e il nuovo Comitato esecutivo. I Vicepresidenti sono: Camillo Venesio con funzioni vicarie (Amministratore delegato e Direttore generale Banca del Piemonte), Giovanni Berneschi (Presidente Banca Carige), Francesco Micheli (Presidente Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo), Mario Sarcinelli (Presidente Dexia Crediop), Emilio Zanetti (Presidente Consiglio di Gestione Ubi Banca).
L'Assemblea dell'ABI ha anche nominato Presidente onorario Corrado FAISSOLA (Presidente del Consiglio di Sorveglianza Unione di Banche Italiane). Il nuovo Comitato esecutivo e' composto dal Presidente, dai Vicepresidenti e da: Luigi Abete (Presidente Banca Nazionale del Lavoro), Filippo Annunziata (Presidente Banca Popolare di Milano), Alessandro Azzi (Presidente Federcasse), Giovanni Bazoli (Presidente del Consiglio di Sorveglianza Intesa Sanpaolo), Andrea Beltratti (Presidente del Consiglio di Gestione Intesa Sanpaolo), Federico Cornelli (Direttore Operativo Federcasse), Enrico Tommaso Cucchiani (Consigliere delegato e CEO Intesa Sanpaolo), Miro Fiordi (Amministratore Delegato Credito Valtellinese), Candido Fois (Presidente Unicredit Credit Management Bank), Giuseppe Fornasari (Presidente Banca Popolare Etruria e Lazio), Fabio Gallia (Amministratore Delegato e Direttore Generale Banca Nazionale del Lavoro), Giuseppe Ghisolfi (Presidente Cassa di Risparmio di Fossano), Federico Ghizzoni (Amministratore Delegato UniCredit), Vittorio Lombardi (Direttore Generale CSE-Consorzio Servizi Bancari), Giulio Magagni (Presidente Iccrea Holding), Giampiero Maioli (Amministratore Delegato Cassa di Risparmio Parma e Piacenza), Roberto Nicastro (Direttore Generale UniCredit), Luigi Odorici (Amministratore Delegato e Direttore Generale Banca Popolare dell'Emilia Romagna), Antonio Patuelli (Presidente Cassa di Risparmio di Ravenna), Giovanni Pirovano (Vice Presidente Banca Mediolanum), Alessandro Profumo (Presidente Banca Monte dei Paschi di Siena), Guido Rosa (Presidente Aibe), Pier Francesco Saviotti (Amministratore Delegato Banco Popolare), Giuseppe Scognamiglio (Responsabile Institutional & Regulatory Strategic Advisory UniCredit), Maurizio Sella (Presidente Banca Sella Holding), Flavio Trinca (Presidente Veneto Banca), Flavio Valeri (Presidente e Consigliere Delegato Deutsche Bank), Fabrizio Viola (Amministratore Delegato e Direttore Generale Banca Monte dei Paschi di Siena), Giovanni Zonin (Presidente Banca Popolare di Vicenza).

venerdì 6 luglio 2012

Andrea Cingoli: Banca Esperia

Andrea Cingoli, in un'intervista a "Finanza e diritto", descrive le caratteristiche e l'offerta di Banca Esperia:
Andrea Cingoli
Andrea Cingoli
"Banca Esperia  - spiega Andrea Cingoli - è una Boutique di Private Banking e Wealth Management fortemente specializzata, che gestisce asset pari a 14,25 mld alla fine di aprile 2012.
 Il nostro scopo è quello di soddisfare le esigenze dei nostri Clienti sia in termini di protezione e gestione sia in termini di sviluppo, con una costante attenzione a tutte le componenti del patrimonio del Cliente: familiare, finanziaria, imprenditoriale e immobiliare.
Offriamo un servizio completo di Consulenza focalizzata su investimenti finanziari, investimenti in asset Corporate e Real Estate, servizi di pianificazione familiare, oltre ai principali servizi bancari, al fine di implementare le strategie più funzionali agli obiettivi di protezione del capitale, organizzazione e pianificazione del patrimonio e passaggio generazionale dei Clienti.
L'offerta di Banca Esperia per le soluzioni di investimento, quali gestioni patrimoniali e servizi di advisory finanziaria, - continua Cingoli - è completata da due tra le società appartenenti al Gruppo, Duemme SGR (Società italiana di asset management) e Duemme International Luxembourg (Società di asset management di diritto lussemburghese).
L’offerta di servizi di Wealth Planning, per l’organizzazione e la protezione del patrimonio, e di soluzioni per asset illiquidi è supportata dalle altre due società del Gruppo - conclude Andrea Cingoli - : Duemme Servizi Fiduciari e Duemme Trust Company".

venerdì 29 giugno 2012

Fabrizio Viola e Alessandro Profumo: non saremo generosi con i dividendi

Fabrizio Viola
Fabrizio Viola
Il Monte dei Paschi nel prossimo triennio "non sara' generoso con i dividendi e questo è comprensibile". Questa l'indicazione data, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore Radiocor, dall'amministratore delegato di MPS Fabrizio Viola in un incontro con i responsabili territoriali della banca. Fabrizio Viola, assieme al presidente Alessandro Profumo, ha avviato oggi un road show interno per illustrare il nuovo piano industriale al 2015 che si concluderà la settimana prossima con una tappa in Sicilia

"Prima lo spieghiamo a voi e poi andiamo dal mercato" ha detto Fabrizio Viola nel corso dell'incontro sottolineando come l'inversione di calendario, rispetto alla prassi di queste occasioni, dimostri il ruolo cruciale che i dipendenti avranno nel rilancio della banca

I vertici del Monte dei Paschi dalla prossima settimana si avvieranno a seguire il road show con gli investitori internazionali

Fabrizio Viola e Alessandro Profumo hanno sottolineato la necessità che la banca riprenda in mano il proprio futuro messo a repentaglio "da una situazione complessa". Il piano "non è facile da digerire" anche per i sacrifici che dovranno sopportare i dipendenti ai quali Viola ha chiesto "di ritrovare la voglia di un riscatto della situazione in cui è la banca: la voglia e la capacità di rinnovarsi". Il top manager di Rocca Salimbeni nell'incontro con i dipendenti ha aggiunto che sara' probabile, in prospettiva, una nuova svalutazione dell'avviamento del gruppo; l'obiettivo fissato nel piano di un ritorno a una redditività (rote) del 7% al 2015 "pur essendo ambizioso non consente di giustificare una parte dell'avviamento che abbiamo in pancia". L'effetto di una nuova svalutazione sarà "un bilancio piu' leggibile".

Andrea Cingoli: dall'asset allocation 80/20 a un posizionamento più maturo

Andrea Cingoli
Andrea Cingoli
Andrea Cingoli, ad di banca Esperia, ha dichiarato durante un'intervista: "Vogliamo modificare la consueta asset allocation 80/20 (obbligazioni/azioni), in un posizionamento più maturo e in grado di sfruttare una maggiore apertura alle opportunità che si concretizzano nel mondo. Sul piano della pianificazione e della governance offrire una consulenza proattiva e divenire un interlocutore per la gestione degli asset illiquidi, anche nell'ambito dell'investimento indiretto per arrivare a realizzare dei veri e propri club deals, passando dalla formazione occasionale all'industrializ-zazione del servizio, creando dei frame work su cui inserirci. E in tutto questo spero di riuscire a sviluppare, nei nostri 80 private bankers un modello inter-culturale di formazione che possa realmente giovare alla nostra clientela".

giovedì 28 giugno 2012

Mediobanca intitola a Vincenzo Maranghi l'archivio storico

Mediobanca intitolerà il suo Archivio storico a Vincenzo Maranghi. Lo ha comunicato una nota dell'istituto guidato da Alberto Nagel, al termine del cda di ieri.
Vincenzo Maranghi di Mediobanca
Vincenzo Maranghi

"A cinque anni di distanza dalla scomparsa, il cda ha ricordato con profonda gratitudine la figura di Vincenzo Maranghi e l'opera prestata a favore di Mediobanca negli oltre trent'anni trascorsi al vertice - si legge - Al fine di associarne stabilmente il ricordo all'Istituto, il cda all'unanimità ha deliberato di intestargli il costituendo Archivio storico".

L'Archivio storico sarà inquadrato nell'Area Studi di Mediobanca, sotto la responsabilità di Fulvio Coltorti. Si prevede la costituzione di un Comitato Scientifico, la cui presidenza sarà affidata a Giorgio La Malfa, con il compito di governarne attività, iniziative e pubblicazioni che si riferiranno comunque a documenti ed affari esauriti da oltre quarant'anni. In linea con gli indirizzi dei principali archivi storici avrà natura e contenuti digitali.
(da Il Mondo)

sabato 23 giugno 2012

Andrea Cingoli: sfide ambiziose contro la crisi

Andrea Cingoli
Andrea Cingoli
Andrea Cingoli, amministratore delegato di Banca Esperia durante gli anni più duri della crisi, è riuscito ciononostante ad aumentare le masse amministrate, portandole a un incremento del 65 per cento dal 2009 al 2012. Nel primo trimestre del 2012 hanno raggiunto quota 13,5 miliardi di euro, con una crescita del 6 per cento da inizio anno mentre l'utile lordo è passato dai 2,5 milioni del 2010 ai 5 milioni dello scorso anno - con una quota netta a 1,6 milioni - e si proietta a fine 2012 verso quota 18 milioni.

Un obiettivo, commenta Andrea Cingoli, che "sebbene non possa essere dato per acquisito è stato già raggiunto per oltre due terzi nel primo trimestre dell'anno, a quota 14 milioni".
Ai risultati ha contribuito anche un'opera di razionalizzazione che si è sostanziata nella cessione di fondi hedge, di alcuni fondi di fondi, mentre è aperta la trattativa per la cessione di fondi immobiliari, "che richiedono una particolare specializzazione".

giovedì 21 giugno 2012

Andrea Cingoli: club di investimento per i privati

Andrea Cingoli
Andrea Cingoli
Andrea Cingoli presenta il nuovo progetto di Banca Esperia per supportare gli investitori privati grazie alla costituzione di club di investimento.
"Negli ultimi anni - spiega Andrea Cingoli - si registrano crescenti limitazioni per quanto riguarda la disponibilità di credito da parte del sistema bancario a beneficio delle piccole e medie imprese sul territorio, dovute alle nuove sfide che le banche stesse stanno affrontando. La modifica della normativa relativa al rischio di liquidità ha sicuramente inciso sul rapporto tra raccolta e impieghi; l'introduzione prospettica di più stringenti ratio patrimoniali e l'aumento delle sofferenze creditizie hanno ridotto la disponibilità ad erogare da parte delle banche".

"Allo stesso tempo - continua Andrea Cingoli - il nostro Paese è caratterizzato da una forte capacità di risparmio e da una ricchezza significativa (900 miliardi di euro di ricchezza finanziaria per il settore del Private Banking). I risparmiatori hanno iniziato a manifestare in maniera marcata una crescente disaffezione nei confronti degli investimenti finanziari e l'esigenza di ampliamento dell'offerta a investimenti di carattere reale, quali aziende e immobili. Alla luce di questo, il settore del private banking affronta oggi la sfida di intercettare queste due potenzialità presentate dal mercato e di porsi come inter-connessione per facilitare la comunicazione tra il mondo del risparmio e le piccole e medie imprese".

"Anche Banca Esperia ha avviato un progetto che si pone l'obiettivo di supportare gli investitori privati grazie alla costituzione di club di investimento, che consentano di operare con la supervisione di un partner istituzionale qualificato, con un approccio industriale e non finanziario. I club di investimento vengono quindi strutturati e organizzati in maniera formale (assumendo per esempio la forma di "associazione") e consentono di definire in modo univoco la mission condivisa, sulla base della quale Banca Esperia fornisce supporto consulenziale e di ricerca per la selezione delle società target. Inoltre permettono di selezionare, con attenzione costante al conflitto di interessi, i server provider di supporto per l'acquisizione dei target e la validazione del processo di investimento. Inoltre - conclude Andrea Cingoli - la costituzione di questi veicoli permette di coordinare le fasi di investimento e la ricerca delle risorse manageriali e/o i partner per lo sviluppo del business plan delle società target e per la successiva gestione dell'investimento, fino all'eventuale opzione di uscita dall'investimento stesso".
(Andrea Cingoli per Genova Imprese)

venerdì 8 giugno 2012

Anna Maria Tarantola: il crimine alimenta una fetta consistente del PIL

Anna Maria Tarantola
Anna Maria Tarantola, vicedirettore generale della Banca d'Italia, durante l'audizione alla commissione parlamentare Antimafia ha svelato i dati delle attività di riciclaggio.
In Italia, nel periodo fra il 1981 e il 2001, l'attività di riciclaggio del denaro "potrebbe aver avuto una dimensione pari al 12% del Pil", anche se il dato che "aumenta nei periodi di crisi" andrebbe letto con molta "cautela". Per quanto riguarda il sommerso criminale, nel quadriennio che dal 2005 al 2008, questo ammonterebbe al l'l'11% del PIL mentre il sommerso "collegato ad attività' classificabili come legali ma esercitate irregolarmente" ossia quelle che sfuggono al fisco, varrebbero circa il 16,5% del Prodotto interno lordo.
Le stime presentate da Anna Maria Tarantola sono il risultato di uno studio di Bankitalia condotto in collaborazione con gli Atenei universitari di Torino e Napoli.

giovedì 7 giugno 2012

Jean-Claude Trichet: l'UE gestisca il budget degli stati in caso di stallo

Jean-Claude Trichet
Jean-Claude Trichet ha proposto giovedì che l’Unione Europea possa gestire il budget di uno stato membro se essa constata la sua incapacità di mettere in ordine le proprie finanze, come parte delle misure da prendere per preservare l’Euro dalla crisi greca.
L’ex presidente della Banca Centrale Europea, il cui mandato è terminato a novembre, propone in pratica, in assenza di un’unione federale politicamente difficile da attuare, l’attivazione di un meccanismo eccezionale, quando la politica fiscale di un paese minaccia l’insieme dell’unione monetaria.

Renato Pagliaro

Renato Pagliaro
Renato Pagliaro
Renato Pagliaro, il Presidente di Mediobanca, è nato a Milano nel 1957.
Si è laureato in Economia Aziendale alla Bocconi di Milano ed è Dottore Commercialista e Revisore Contabile.
Renato Pagliaro lavora in Mediobanca dal 1981, comprendo incarichi di sempre crescente responsabilità:
  •  funzionario nel 1985,
  • dirigente nel 1991,
  • Direttore Centrale nel 1997,
  • Vice Direttore Generale nell'aprile 2002,
  • Condirettore Generale-Segretario dei Consiglio di Amministrazione dall'aprile 2003,
  • Presidente del Consiglio di Gestione dal luglio 2007 all'ottobre 2008,
  • Consigliere di Amministrazione dall'ottobre 2008,
  • Direttore Generale dall'ottobre 2008 al maggio 2010,
  • Presidente del Consiglio di Amministrazione dal maggio 2010 Oltre a quello di presidente di Mediobanca.

Pagliaro ha incarichi in altre società:
  • Vice Presidente di RCS Media Group,
  • Consigliere di amministrazione di Pirelli,
  • Consigliere di amministrazione di Telecom Italia,
  • Consigliere di Amministrazione di Burgo Group S.p.A.,
  • Sindaco Effettivo dell’Istituto Europeo di Oncologia S.r.l.,
  • Consigliere di Amministrazione di Cofactor S.p.A.,
  • Consigliere di Amministrazione di SelmaBipiemme Leasing S.p.A.

giovedì 31 maggio 2012

Matteo Arpe

Matteo Arpe
Matteo Arpe nasce a Milano nel Novembre del 1964. E’ un banchiere e un dirigente d’azienda.
Arpe si laurea presso l’Università Bocconi ed inizia la sua carriera in Mediobanca nel 1987, ricoprendo incarichi di crescente importanza fino a diventare direttore centrale della finanza straordinaria.
Nel 2000 entra nell’area strategic equity di Lehman Brothers.
Dal 2001 è amministratore delegato del Mediocredito Centrale (oggi rinominata MCC). L'anno seguente viene nominato direttore generale di Capitalia e dopo un anno amministratore delegato.
Intraprende anche la carriera di docente universitario presso la Facoltà di Economia della LUISS, dove è titolare dell’insegnamento di Economia delle Aziende di Credito dal 2004.

È membro del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo di Banca di Roma, Mediobanca e Associazione Bancaria Italiana. Siede altresì nei Consigli di Amministrazione di MCC, Cnp Capitalia Vita, Istituto Europeo di Oncologia, Fondazione Cerba, del Comitato permanente ABI Banche e Società.

mercoledì 30 maggio 2012

Nuovi volti a Banca Esperia, l'istituto guidato da Andrea Cingoli

Andrea Cingoli
Andrea Cingoli
Banca Esperia, l'istituto di credito guidato da Andrea Cingoli, sta cominciando a conoscere i nuovi volti che caratterizzeranno il suo futuro e che testimoniano come la priorità sia il potenziamento e lo sviluppo della struttura commerciale.

"Chi è che ha varcato l’ingresso di Via dei Filodrammatici? - scrive Mondofinanzablog -  Entrando maggiormente nel dettaglio della notizia, c’è da dire che Schroders ha fornito le persone in questione, ovvero Filippo Arena e Luca Ferrazzi, i quali andranno ad operare proprio all’interno dell’ufficio del capoluogo lombardo, occupandosi delle attività che hanno a che fare con l’intera regione settentrionale.
Quali saranno esattamente le loro mansioni? Filippo Arena sarà il responsabile per il team di banker che è stato creato di recente per rendere migliore e più efficace lo sviluppo della direzione commerciale della Lombardia; la sua esperienza precedente è molto interessante ed è stata di conseguenza premiata, dato che si annoverano lavori all’interno di Citigroup, la già citata Schroders, JP Morgan e Banca Commerciale Italiana (la filiale di New York).
Inoltre, non bisogna dimenticare che proprio qualche tempo fa la stessa Banca Esperia si era resa protagonista di altre assunzioni di questo tipo, nello specifico quelle di Christian Arrigoni e Luca Marconi, due risorse individuate all’interno di Ubi Banca e incaricate di rafforzare nel miglior modo possibile le aree strategiche di Brescia e Bergamo. Le speranze nutrite dal gruppo sono dunque ambiziose: il gruppo Banca Esperia è costituito dalla capogruppo e da altre quattro compagnie che si occupano di diversi servizi di consulenza. I compiti più interessanti che sono svolti sono quelli che hanno a che fare con gli studi e le analisi a supporto del patrimonio del cliente, senza limitarsi alla sola componente finanziaria, ma con una ampia focalizzazione sul private banking."

giovedì 24 maggio 2012

Banche schiacciate dai nazionalismi

Le banche europee si trovano sempre più schiacciate fra la recessione economica e gli spread che non accennano a scendere. Il risultato è che il temuto ridimensionamento dei bilanci bancari ha avuto i suoi effetti in maniera più grave di quanto previsto, con l'inevitabile credit crunch per imprese e famiglie. Causa fondamentale è la debolezza delle risposte della politica europea. Il Fondo monetario internazionale, nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato oltre un mese fa, aveva già documentato con una moltitudine di dati che le politiche europee dichiarate decisive non avrebbero potuto avere effetti permanenti e che la terapia d'emergenza della Bce ha evitato il disastro immediato ma senza riportare la situazione alla normalità. L'effetto dell'intervento della Bce è ormai svanito, gli spread sono risaliti e le banche si trovano in crescente difficoltà: nel mirino ci sono oggi le banche spagnole. Hanno infatti perso nell’ultimo semestre gran parte del loro valore borsistico. È troppo presto per parlare di una corsa agli sportelli a livello europeo, ma certo è preoccupante che nonostante i dati mostrino una crescita dei depositi del 3% circa, la Spagna faccia registrare un deflusso netto e segnali negativi si avvertano anche in Irlanda, Portogallo e Belgio. Le grandi banche europee hanno grandi liquidità: secondo Goldman Sachs, le prime nove hanno riserve per oltre mille miliardi di euro, pari a circa il 28% dei depositi. Utile però solo ad assorbire le pressioni su un singolo istituto, non quelle che coinvolgono un intero sistema. Quando i depositanti abbandonano le banche, può subentrare solo la banca centrale. Ma nel caso greco la Bce si è già tirata indietro e ha annunciato che in mancanza del piano di ricapitalizzazione previsto il credito alle banche greche verrà concesso solo nella forma dell'Ela (Emergency liquidity assistance), cioè erogato dalle banche centrali nazionali e non da Francoforte. Implicitamente si è proclamata l’insolvenza delle banche greche, almeno finchè il governo non avrà ricapitalizzato le banche.

giovedì 17 maggio 2012

Rating: ulteriori tagli per l’Italia. Abi si ribella a Moody’s

Abi si ribella e giudica «Irresponsabile, incomprensibile, ingiustificabile» la decisione di Moody's di tagliare il rating di 26 banche italiane. Le banche non accettano il solito tempismo sospetto nella diffusione delle pagelle negative rilasciate sotto minaccia di ulteriori declassamenti.
Le motivazioni addotte, inoltre, paiono come uno sberleffo: per abbassare il rating questa volta è stata menzionata come causa il varo di misure di austerità attuate dal Governo Monti, che ridurrebbero la domanda economica a breve termine. In passato però le stesse agenzie facevano presente la forte necessità di adottare tali misure di austerity. La decisione di Moody's sarebbe quindi a detta dei banchieri “un'aggressione all'Italia, alle sue imprese, alle sue famiglie, ai suoi cittadini”.

Sul piede di guerra anche una ventina delle maggiori banche europee che avanzeranno la proposta di ridurre le informazioni da inviare a S&P's, Moody's, e Fitch, con lo scopo di limitarne i poteri e l’influenza. Il tema verrà discusso a Francoforte in una riunione del Cfo Network, l'associazione dei direttori finanziari delle maggiori banche continentali.
Per quanto riguarda Abi, rinnoverà la richiesta alle Autorità europee e alla Banca Centrale affinché tali giudizi non siano passivamente recepiti nella regolamentazione e nei modelli di valutazione e venga promossa una severa disciplina di controllo nei confronti di tali soggetti. La nota diramata da Palazzo Altieri, infine, si conclude sottolineando che tali temi saranno all'ordine del giorno dell'esecutivo dell'associazione che si tiene oggi a Milano.
La Consob, nel frattempo, alle parole preoccupate sul ruolo delle agenzie di rating espresse durante l'incontro annuale con il mercato ha fatto seguire i fatti, convocando i rappresentanti dell'agenzia di rating Moody's in Italia, per avere chiarimenti sul downgrade.
Le scelte delle agenzie del resto hanno forti conseguenze: con un rating peggiorato le banche italiane non solo dovranno sostenere costi maggiori per finanziarsi sui mercati, ma potrebbero dover fornire garanzie più costose all'Eurotower in cambio della liquidità ottenuta. Per questo sarebbe fondamentale che la Bce e le istituzioni europee non tenessero conto di questi giudizi. Anche la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha commentato il taglio dei rating come una scelta discutibile: «Siamo di fronte a una situazione molto delicata che sta penalizzando fortemente il nostro paese, le banche, le imprese, i cittadini– ha detto ieri Marcegaglia - Questi giudizi dovrebbero essere dati con più attenzione. C'è un attacco continuo che preoccupa». Anche il mondo della politica condivide.

giovedì 10 maggio 2012

Anna Maria Tarantola: donne ai vertici dell'economia

Anna Maria Tarantola nasce a Casalpusterlengo (Lodi) il 3 febbraio 1945, è sposata e ha due figlie. Vice Direttore Generale di Banca d’Italia dal 20 gennaio 2009, durante la sua carriera ha ricoperto numerosi incarichi in Italia e all'estero, rappresentando la Banca in vari comitati come il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, il Banking Supervision Committee, il Comitato di Sicurezza Finanziaria. Si laurea nel 1969 in Economia e Commercio presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, discutendo una tesi sulle "Teorie neoclassiche e Keynesiane di fronte ai problemi monetari internazionali" con il prof. Luigi Frey. Prosegue gli studi come ricercatrice alla London School of Economics dove consegue il Master of Philosophy in Economics. Del 1971 lavora in Banca d'Italia all’ Ufficio Vigilanza I della Sede di Milano. In seguito, nel 1996, viene nominata Direttore della Succursale di Varese e nel 1998 si trasferisce alla Sede di Milano come Titolare della Direzione Intermedia di Vigilanza-Cambi. Dal 2002 al 2005 dirige la Filiale di Brescia e successivamente la Sede di Bologna. Nell'aprile 2006 viene nominata Funzionario generale preposto all'Area Bilancio e controllo con la qualifica di Ragioniere generale. Nel 2007 ricopre la carica di Funzionario generale preposto all'Area Vigilanza bancaria e finanziaria, mantenendo ad interim la sovrintendenza dell'Area Bilancio e controllo fino al 2008. In merito alla carriera accademica, è stata docente a contratto di Controlli pubblici nel settore creditizio presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Autrice di pubblicazioni in materia bancaria e finanziaria tra i quali "La vigilanza sulle banche e sui gruppi bancari" (con F. Parente e P. Rossi). Ha ricevuto varie onorificenze tra cui, nel 2009, quella di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

venerdì 4 maggio 2012

Banca MPS: Fabrizio Viola nominato ad

Si è conclusa la prima riunione del nuovo CdA di Banca Monte dei Paschi di Siena. Erano presenti tutti i consiglieri nominati dall'Assemblea degli azionisti del 27 aprile scorso: Alessandro Profumo (Presidente), Fabrizio Viola, Paola Demartini, Angelo Dringoli, Tania Groppi, Marco Turchi (Vicepresidente), Lorenzo Gorgoni, Turiddo Campaini (Vicepresidente), Alberto Giovanni Aleotti, Michele Briamonte, Pietro Giovanni Corsa, Frédéric Marie de Courtois d'Arcollières ed i sindaci effettivi Paolo Salvadori (Presidente), Paola Serpi e Claudio Gasperini Signorini. Il CdA ha deliberato di nominare l'attuale Direttore Generale Dott. Fabrizio Viola anche quale Amministratore Delegato della Banca Monte dei Paschi di Siena Spa. Nella seduta odierna è stato inoltre costituito il Comitato Esecutivo, di cui faranno parte Alessandro Profumo, Fabrizio Viola, Marco Turchi, Turiddo Campaini, Alberto Giovanni Aleotti, Lorenzo Gorgoni.

martedì 3 aprile 2012

Renato Pagliaro e Sergio Marchionne: quando gli imprenditori parlano ai giovani

A proposito del discorso di Renato Pagliaro agli studenti del liceo Carducci di Milano e di quello di Sergio Marchionne alla Bocconi, ecco cosa scrive Pierluigi Magnaschi su Libertà:

Renato Pagliaro
Renato Pagliaro
Finora, gli imprenditori facevano; e gli agitatori sociali parlavano.
In fondo, i due gruppi seguivano la loro specializzazione. Ma siccome chi fa, in genere, non riesce a comunicare più di tanto con i suoi prodotti, mentre chi si agita, fa più facilmente diventare "cultura di massa" le sue idee, la partita era persa da partenza da coloro che debbono far tornare i conti per il bene di tutti, come si dimostra adesso che i conti non tornano più.
Ecco perche è importante che anche imprenditori di primo piano, si diano da fare per parlare ai giovani, non solo con loro discorsi paludati (e verosimilmente scritti da altri) ma presentandosi in
prima persona, guardando in faccia i giovani che hanno voglia di impegnarsi e di trovare, assieme agli altri, una strada che li faccia uscire dal buio di una crisi che sembra senza sbocchi. Questi imprenditon fanno bene ad esporsi per dire come la pensano sul futuro, che idee hanno per creare nuovi posti di lavora quali sono le sfide che ci stanno attendendo. Questa settimana hanno preso la parola, entrambi a Milano, l’ad di Fiat-Chrylser, Sergio Marchionne (alla
Sergio Marchionne
Sergio Marchionne
Bocconi) e il presidente di Mediobanca Renato Pagliaro al liceo Carducci.
Marchionne ha detto: "I diritti vanno tutelati,ma se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo". Ha poi aggiunto che "non si può pretendere un domani migliore senza essere consapevoli che bisogna saperlo conquistare”, in caso contrario "si crea una generazione più debole di quella precedente, una generazione che non ha il coraggio di lottare ma solo la speranza che siano altri a lottare per conto suo". A queste affermazioni, ovvie. ha subito risposto Maurizio Landini della Fiom che, come un disco rotto, ha ripetuto che queste sono "solo idee autoritarie"anche se esse coincidono con quelle praticate da Steve Jobs (Apple), con il successo (e i nuovi posti di lavoro) che tutti conosciamo.
Non meno chiaro è stato Renato Pagliaro, presidente di Mediobanca, che parlando a ragazzi più giovani ha detto: "Non esiste nessuno al mondo che ha il dovere di assumere". Per essere assunto "dovrai riuscire a far capire che assumerti è un affare". Inoltre "se qualcuno, in quest’aula, dice: a me, la domenica, non va proprio di lavorare, mai, vuoi dire che é fuori dal mondo". E anche: "Una prestazione di malavoglia è destinata a durare poco perché quel posto lo perderete". "Non trascurate di fare dei lavorett. A partire dai 14 anni si può lavorare anche giatis. Ciò che conta veramente è abituarsi, da subito, a far bene quello che si fa. Fossero anche delle fotocopie". E poi "meglio un bravo barista che un avvocato svogliato". Una doccia fredda? No di realismo.

sabato 10 marzo 2012

Le banche del Marocco si regionalizzano: il caso di Banque Populaire du Maroc

Regionalizzazione è la nuova parola chiave delle banche del Marocco. Pioniere dell’addio al concetto di banca centralizzata è stato il gruppo Credito Popolare del Marocco (Banque Populaire du Maroc), seguito poi da BMCE, Banque marocaine du commerce extérieur. E sono sempre di più le banche che aprono succursali in diverse zone del paese (nelle ultime settimane il gruppo FinanceCome ne ha inaugurate otto).

 La BMCE ha diviso la zona Casablanca in due sotto-regioni: una nord ed una sud. La prima va dalla parte settentrionale della capitale a Mohammedia, importante città portuale, mentre la seconda va dalla parte meridionale di Casablanca a Settat. Esiste poi un grande centro che è invece suddiviso in tre regioni bancarie: il centro meridionale da cui d’ora in poi dipenderanno Marrakech, Ouarzazate, Safi ed Essaouira; il centro atlantico che coprirà le zone di Rabat- Salè e Kenitra- Larache; il centro Fez, Meknes, Errachidia; il grande sud per la zona compresa da Agadir a Lagouira. Alla circoscrizione nord Mediterraneo apparterranno invece le regioni di Tangeri e Tetouan ed a quella orientale Ouijda e Nador. Secondo Brahim Benjelloun la messa in pratica di una politica di delocalizzazione risponde alle esigenze che le banche hanno di adattarsi alla futura regionalizzazione politica del Marocco e di facilitare le decisioni relative al rilascio del credito ed al finanziamento delle economie locali.

Tuttavia quando si parla di regionalizzazione, l’esempio più compiuto è quello della Banca Popolare. Il Crédit Populaire du Maroc è composto dalla banca centrale popolare, la Banque Centrale Populaire, e da dieci banche regionali, le Banques Populaires Régionales. 
Le banche popolari regionali sono attualmente dieci e costituiscono la base del Credito Popolare del Marocco, Crédit Populaire du Maroc. La mobilitazione dei risparmi delle diverse aree del Marocco è a loro carico. Sono l’unica realtà bancaria del paese ad aver costituito una cooperativa a capitale variabile: questo comporta che, oltre ad offrire ai propri clienti una serie di vantaggi finanziari, permettono loro di partecipare alla vita sociale della banca. Solo la banca Attijarifawa è rimasta esente dal processo di localizzazione. Una reticenza probabilmente collegata ai dati più recenti relativi alla propria attività, polarizzata per il 76% nella zona di Casablanca e per il 10% a Rabat – il restante 6% è sparso nel paese. Dati assimilabili a due ragioni fondamentali: tanto a Casablanca quanto a Rabat si sono concentrate le maggiori opere infrastrutturali marocchine degli ultimi anni e Casablanca è la capitale economica e finanziaria del paese.(da Maroccoggi)

lunedì 13 febbraio 2012

Mediobanca: storia della banca guidata da Alberto Nagel

Mediobanca, l'istituto oggi guidato da Alberto Nagel, Renato Pagliaro e Francesco Saverio Vinci, nasce nell'immediato dopoguerra per iniziativa della Banca Commerciale Italiana (ora Intesa San Paolo) alla quale si associa subito il Credito Italiano (ora UniCredit) e successivamente il Banco di Roma (poi Capitalia, fusa nel 2007 in UniCredit), per "soddisfare le esigenze a media scadenza delle imprese produttrici" e per stabilire un "rapporto diretto fra il mercato del risparmio e il fabbisogno finanziario per il riassetto produttivo delle imprese".
Inizialmente, in conformità alle disposizioni allora vigenti, le operazioni dell'Istituto sono limitate al medio termine. Nell'ottobre 1973 l'attività viene estesa alle operazioni di finanziamento con scadenza fino a 20 anni.

Fin dai primi esercizi sociali, Mediobanca sostiene i principali gruppi industriali italiani, accompagnandoli nel loro processo di sviluppo ed internazionalizzazione. L’istituto è stato anche tra i primi ad entrare nel settore parabancario con Spafid, gestioni fiduciarie (1948), Compass, credito al consumo (1951) e Selma, ora SelmaBipiemme Leasing, nel leasing (1970).

Nel marzo 1956 le azioni Mediobanca vengono ammesse alla quotazione in Borsa. Si tratta del primo titolo bancario quotato nel dopoguerra.

Negli anni ’70 Mediobanca svolge un importante ruolo nella ristrutturazione dell’industria italiana in quanto banca di riferimento dei maggiori gruppi del paese. Ciò si riflette anche sul portafoglio di partecipazioni che a metà degli anni ‘70 includeva Generali (4.5%), Fiat (2.5%), Montedison (2.5%), Olivetti (5%), Pirelli&C (3.3%) e Fondiaria Vita (10%).
Nel gennaio 1988 viene definito un nuovo assetto azionario volto a stabilire l’equilibrio tra soci pubblici e privati mantenendo l’indipendenza gestionale precedentemente garantita da un patto di sindacato che univa le banche a controllo pubblico ad alcune tra le più affermate banche d’investimento internazionali. In tale ambito, le tre banche fondatrici riducono il loro possesso dal 57% al 25% del capitale; una quota di tali azioni (25%) viene rilevata da un gruppo di imprese private che così raggiungono una partecipazione equivalente a quella delle tre banche, stipulando con le stesse un sindacato di blocco; la restante quota del pacchetto (circa il 7%) viene collocata sul mercato nel novembre 1988.

Nel 1990 viene costituita Mediobanca International, per operare sul mercato internazionale dei capitali, e nel 1992 è resa operativa Micos, ora CheBanca, per operare nel settore dei finanziamenti immobiliari.

Nel 1998 viene costituita MB Finstrutture, incorporata nel 2005 in Mediobanca, per la consulenza e la realizzazione di progetti di investimento da attuare con il ricorso a soluzioni di finanza strutturata (ad es. "project finance", "securitization", "acquisition finance", "export finance", ecc.).

La fine degli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio vedono la privatizzazione dei maggiori gruppi bancari e industriali italiani ed un boom di quotazioni concentrate prevalentemente nei settori tecnologici. Mediobanca coordina in questo periodo le privatizzazioni di Banca di Roma, BNL, Telecom Italia, Enel e procede alla quotazione di numerose società.

Nello stesso periodo anche il portafoglio partecipazioni di Mediobanca viene ampliato; in particolare, la quota in Assicurazioni Generali viene progressivamente incrementata sino al 12,5%, in parte tramite l’acquisto e successiva incorporazione nel 2001 dell’Euralux (Gruppo Lazard).
Nell'aprile 2000 Banca Commerciale Italiana, divenuta parte del gruppo Intesa, cede la sua partecipazione in Mediobanca ad altri membri del sindacato di blocco.

Negli stessi anni il gruppo entra nel comparto del “private banking” al fine di valorizzarne le sinergie con l’investment banking. Nel luglio 2000 viene costituita Duemme, in "joint venture" con Mediolanum, per operare nel "private banking" di fascia alta; la società, denominata poi Banca Esperia, diviene operativa nel luglio 2001 e nell’arco di pochi anni si afferma come importante operatore domestico. Nel maggio 2002 Mediobanca stipula un accordo di "put & call" per il rilievo da Commerzbank del 34% di Compagnie Monégasque de Banque (CMB), banca leader nel private banking nel principato di Monaco; l’anno successivo il possesso viene elevato al 61.64% e nel dicembre 2004 viene raggiunto il controllo totale.

Nell'aprile 2003 il patto di sindacato di Mediobanca viene modificato a seguito dell'adesione di un gruppo di investitori esteri comprendenti i Gruppi Bolloré e Groupama con una quota complessiva del 10%.

Dallo stesso anno, che vede anche la nomina dell’attuale gruppo direttivo, viene dato nuovo impulso alla crescita delle attività bancarie al fine di completare la gamma prodotti, sviluppare la rete distributiva e raggiungere un maggior grado di internazionalizzazione.

Nel luglio 2004 prende avvio la succursale di Parigi; nel 2006 viene aperto l’ufficio di brokeraggio a New York seguito, nel 2007, dall’apertura delle filiali di Madrid e Francoforte operative nell’attività creditizia e di advisory.

A fine 2007, dopo la fusione con Capitalia, UniCredit ha ceduto le azioni Mediobanca che questa deteneva (9,37%). Le azioni sono cedute per il 7.4% a soci, anche nuovi, che le mantengono vincolate al patto, mentre il residuo 2% è ceduto a terzi sul mercato. Il patto di sindacato scende di conseguenza al 45.6% nel dicembre 2007.

Sempre nel dicembre 2007, Mediobanca acquisisce Linea dal Banco Popolare e dalla Banca Popolare di Vicenza con un esborso di €405m. L’operazione avviene tramite la controllata Compass che raddoppia il suo portafoglio crediti e diventa così il terzo operatore specializzato nel credito al consumo in Italia.

Nel 2008 diventa operativa la sede di Londra, focalizzata sulle attività di capital markets.

Nel maggio 2008, seguendo il disegno strategico enunciato nel piano industriale 2009-2011 approvato nel marzo dello stesso anno, Mediobanca potenzia la sua presenza nel segmento retail: Micos Banca, tradizionalmente attiva nell’erogazione di mutui immobiliari, assume la nuova denominazione di CheBanca! ed amplia l’operatività a prodotti di risparmio e di conto corrente, adottando un modello di distribuzione multicanale.

martedì 10 gennaio 2012

Giorgio Barbolini nuovo direttore di Banca Popolare di Ravenna

Giorgio Barbolini, già responsabile della divisione large corporate di Banca Popolare dell’Emilia Romagna, è il nuovo direttore generale della Banca Popolare di Ravenna. Subentra a Fabrizio Togni, chiamato dalla capogruppo per a ricoprire il ruolo di vicedirettore generale.

Barbolini, modenese, 57 anni, inizia la sua carriera nell’allora Banca Popolare di Modena, poi Banca Popolare dell’Emilia Romagna, nel 1973 dopo una prima esperienza di lavoro presso uffici centrali ha sviluppato in rete il proprio percorso lavorativo assumendo la direzione di diverse filiali, passando poi alla direzione di area fino a ricoprire l’ultimo incarico presso Bper ovvero la direzione della divisione Large corporate.