venerdì 22 novembre 2013

Unicredit, la banca che diventa una sit com


Arriva il primo software che risponde alle domande delle famiglie e le aiuta a gestire il loro budget. Leggete questo articolo molto interessante che ho trovato su Panorama!


A Unicredit si sono inventati la sit com, altro che Carosello! E bisogna ammettere che tra zucche, sketch della Gialappa’s Band, e l’uso sempre più massiccio di registi del cinema (ricordate Federico Fellini, Marco Bellocchio fino a Paolo Sorrentino?) quella della banca diretta da Federico Ghizzoni è una novità: il conto come Camera Cafè.
Chiamatela umanizzazione, almeno così la definiscono a Unicredit, certo è che la “Famiglia Conti” assomiglia un po’ alla famiglia Martini del “Medico in famiglia”, con un software (questo è alla fine il prodotto che Unicredit lancia sul mercato) che fa le veci di nonno Libero, e aiuta la famiglia a gestire il budget familiare.
Possiamo permetterci di comprare il nuovo elettrodomestico? La moglie si può permettere il trattamento anti età?
Ebbene loro, tutta la famiglia s’intende, si mette di fronte allo schermo, come un tempo ci si metteva tutti attorno a un tavolo di fronte a un vecchio calcolatore e il software risponde, almeno nella fiction che si trova on line e che gira sui social network, (ma la banca si dice pronta a trasmettere ampi stralci su canali come Sky tg 24 e Rai 5).
Traccia grafici, istogrammi, entrate, uscite. Ops! Per la borsa della figlia bisogna attendere, così come per i nuovi capricci del fratello. E vuoi la pubblicità che si fa sempre più sofisticata, vuoi per lo studio degli autori della sit com (una mini serie di 10 puntate che è stata realizzata dalla Zodiak Active) che rivendicano apertamente la paternità della “Camera Cafè” di Luca e Paolo e di “Love Bugs”, la mini serie è cosi realista che beh, alla fine si ride.
E pensare che è solo una pubblicità. Così c’è il padre che sogna auto fiammanti con l’alettone, il figlio “Dodo”, nerd che vuole il videogioco (possibilmente con le eroine in minigonna), la figlia “Betta” che è ecologista, ma mai così tanto quando si tratta di andare per saldi. Certo, più che “Billy the budget”, che poi è il vero nome del software, basterebbe la suocera “signora Bot” che rimbrotta il genero mentre chiede lumi al pc sull’acquisto, suo oracolo e portafogli.
La banca fa sapere che è un modo affinchè l’istituto di credito sia «vissuto con calore», di sicuro, questi tentativi a metà tra il servizio ai clienti e la narrazione funzionano, almeno dalle cifre di visualizzazioni che i video del gruppo Unicredit hanno su You Tube e dal numero di follower su Facebook (200 mila fan). E ci hanno preso così gusto che oltre alla sit com, sempre a Unicredit si sono inventi anche un gioco social “Occhio ai conti”. Di sicuro tra signora Bot e vicino di casa che, i geniacci degli autori, hanno chiamato signor Spreda (giocando sul terribile spread), tutta l’economia va in soffitta, anzi sul piccolo schermo.
Povero Bertolt Brecht che se la prendeva con le banche. Magari vedendo la “famiglia Conti” avrebbe cambiato idea... e non si sarebbe perso le puntate.

mercoledì 20 novembre 2013

A chi lo rifiliamo il montepacchi?


La sfida Mps continua. Qualche riga tratta da Dagospia per cercare di capirci qualcosa in più.

L'aumento di capitale di Banca Mps difficilmente si concretizzerà prima di giugno del prossimo anno. È questa la data più probabile, tenuto conto delle esigenze della Fondazione Mps, azionista di maggioranza relativa (33,5%) con potere di blocco sulle decisioni straordinarie. Sfruttare la "finestra" di gennaio, infatti, rischierebbe di aprire un conflitto tra il gruppo di Rocca Salimbeni e l'ente di Palazzo Sansedoni. Prospettiva che non piace a nessuno.
«Rispetteremo gli obiettivi del piano». Alessandro Profumo rassicura i mercati e conferma la volontà di realizzare l'aumento di capitale di Banca Mps entro il 2014. Il presidente del gruppo senese, intervenuto ieri a Roma al "Financial Times future of Italy summit", ha risposto alle domande dei giornalisti puntualizzando come la banca senese abbia imboccato la strada del risanamento.
Sulla prospettiva di un ingresso di nuovi soci e sulle voci di una possibile aggregazione, circolate nelle ultime settimane, Profumo è stato chiaro: «Nessun contatto da parte mia o del management del Monte - ha detto -. Per quanto riguarda il fronte degli azionisti, non saprei. Ma per noi il compito principale è che Mps sia ben gestita: se poi questo fa sì che la banca diventi sempre più appetibile e sia acquistata, va bene. Non abbiamo nulla da difendere e siamo aperti a ogni soluzione, anche se non penso che comunque passerà di mano il 100% del pacchetto azionario. Vogliamo portare a termine l'aumento di capitale - ha aggiunto - e lavoriamo perchè la banca possa camminare con le proprie gambe e restare indipendente».
[...]
 

lunedì 4 novembre 2013

Stress test Bce, grandi banche a rapporto da Visco prima del campionato europeo



Le banche si stanno preparando per l'esame dello stress test a cui saranno sottoposte. Il Sole 24 Ore ce lo spiega.

È la consueta mattinata di lavoro con colazione a seguire che si tiene un paio di volte l'anno a Palazzo Koch, per valutare la dinamica del credito e il suo impatto sui bilanci bancari. Ma stavolta si annuncia tutt'altro che routinario l'incontro di lunedì 4 novembre tra il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco e i suoi colleghi del direttorio e i top manager dei principali gruppi bancari italiani (Federico Ghizzoni per Unicredit, Carlo Messina (Intesa SanPaolo) Fabrizio Viola (MpS) Victor Massiah (Ubi Banca) Piefrancesco Saviotti (Banco Popolare), Alberto Nagel (Mediobanca). La Bce, infatti, ha appena diffuso i criteri sui quali si baserà la "valutazione approfondita" delle 130 banche operanti nei 18 stati membri di Eurolandia.

E gli esami del sangue ai quali verranno sottoposte le aziende di credito significative dell'Eurozona sono ben tre: ci sarà un'analisi dei rischi a fini di Vigilanza, riguardante i fattori di rischio insito nei bilanci bancari (compresi quelli della liquidità, della leva finanziaria e del finanziamento); verrà poi condotto un esame della qualità degli attivi, cioè una verifica dei bilanci dal lato dell'attivo al 31 dicembre 2013, che per quello che riguarda le esposizioni creditizie deteriorate utilizzerà la definizione messa a punto dall'Eba, che segue fedelmente quella già adottata dalla Banca d'Italia. Il terzo esame, infine,è uno stress test che verrà realizzato nell'arco del 2014 da Eba e Bce.

Gli uomini di Mario Draghi hanno già fatto sapere che il parametro di riferimento patrimoniale per l'intero esercizio sarà fissato all'8% del capitale primario di prima classe(Common equity tier one), specificando che per l'esame della qualità degli attivi verrà applicata la definizione del capitale di vigilanza valida al 1 gennaio 2014 mentre per la prova di stress verrà adottata la definizione vigente al termine dell'orizzonte temporale dell'esercizio.

Come si presentano le aziende di credito italiane a questo grande campionato europeo della trasparenza di bilancio? Il governatore Visco ha già dichiarato coram populo, durante la giornata del Risparmio che «le opinioni secondo cui il sistema bancario italiano avrebbe oggi bisogno di forti necessità di capitalizzazione non sono fondate» e ha anche detto che il coefficiente di solvibilità dei cinque maggiori gruppi (che sono gli ospiti di lunedì 4 novembre) ha raggiunto l'11,2% un valore «in linea con quello osservato in media per le principali banche europee». Ma il governatore non ha nascosto che per le banche italiane c'è moltissimo da fare, spiegando che nel mondo del credito serve una ristrutturazione «paragonabile a quella che nella seconda metà degli anni '90 permise di ridurre il divario rispetto ai principali sistemi bancari esteri».

Gli argomenti di conversazione per la mattinata di lunedì, quindi, non mancano: si va dai chiarimenti sulle technicality dello stress test (non si sa ancora, per esempio, come verranno trattati i titoli di stato in portafoglio detenuti dalle banche) ai nodi più intricati e difficili della politica del credito. Difficile, poi che nella colazione di lavoro non si discuta del riassetto della governance di via Nazionale e del provvedimento in gestazione all'Economia che dovrebbe definire la rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale della Banca centrale: si sa già che il valore complessivo di Bankitalia dovrebbe essere fissato intorno ai 7 miliardi e che il gettito fiscale possibile sarà intorno al miliardo. Ma non è ancora chiaro se il provvedimento potrà essere varato e avere efficacia già entro quest'anno, permettendo alle aziende di utilizzare la rivalutazione a fini patrimoniali. Su questo terreno, com'è ovvio, la curiosità dei banchieri è consistente.