martedì 3 aprile 2012

Renato Pagliaro e Sergio Marchionne: quando gli imprenditori parlano ai giovani

A proposito del discorso di Renato Pagliaro agli studenti del liceo Carducci di Milano e di quello di Sergio Marchionne alla Bocconi, ecco cosa scrive Pierluigi Magnaschi su Libertà:

Renato Pagliaro
Renato Pagliaro
Finora, gli imprenditori facevano; e gli agitatori sociali parlavano.
In fondo, i due gruppi seguivano la loro specializzazione. Ma siccome chi fa, in genere, non riesce a comunicare più di tanto con i suoi prodotti, mentre chi si agita, fa più facilmente diventare "cultura di massa" le sue idee, la partita era persa da partenza da coloro che debbono far tornare i conti per il bene di tutti, come si dimostra adesso che i conti non tornano più.
Ecco perche è importante che anche imprenditori di primo piano, si diano da fare per parlare ai giovani, non solo con loro discorsi paludati (e verosimilmente scritti da altri) ma presentandosi in
prima persona, guardando in faccia i giovani che hanno voglia di impegnarsi e di trovare, assieme agli altri, una strada che li faccia uscire dal buio di una crisi che sembra senza sbocchi. Questi imprenditon fanno bene ad esporsi per dire come la pensano sul futuro, che idee hanno per creare nuovi posti di lavora quali sono le sfide che ci stanno attendendo. Questa settimana hanno preso la parola, entrambi a Milano, l’ad di Fiat-Chrylser, Sergio Marchionne (alla
Sergio Marchionne
Sergio Marchionne
Bocconi) e il presidente di Mediobanca Renato Pagliaro al liceo Carducci.
Marchionne ha detto: "I diritti vanno tutelati,ma se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo". Ha poi aggiunto che "non si può pretendere un domani migliore senza essere consapevoli che bisogna saperlo conquistare”, in caso contrario "si crea una generazione più debole di quella precedente, una generazione che non ha il coraggio di lottare ma solo la speranza che siano altri a lottare per conto suo". A queste affermazioni, ovvie. ha subito risposto Maurizio Landini della Fiom che, come un disco rotto, ha ripetuto che queste sono "solo idee autoritarie"anche se esse coincidono con quelle praticate da Steve Jobs (Apple), con il successo (e i nuovi posti di lavoro) che tutti conosciamo.
Non meno chiaro è stato Renato Pagliaro, presidente di Mediobanca, che parlando a ragazzi più giovani ha detto: "Non esiste nessuno al mondo che ha il dovere di assumere". Per essere assunto "dovrai riuscire a far capire che assumerti è un affare". Inoltre "se qualcuno, in quest’aula, dice: a me, la domenica, non va proprio di lavorare, mai, vuoi dire che é fuori dal mondo". E anche: "Una prestazione di malavoglia è destinata a durare poco perché quel posto lo perderete". "Non trascurate di fare dei lavorett. A partire dai 14 anni si può lavorare anche giatis. Ciò che conta veramente è abituarsi, da subito, a far bene quello che si fa. Fossero anche delle fotocopie". E poi "meglio un bravo barista che un avvocato svogliato". Una doccia fredda? No di realismo.