venerdì 31 gennaio 2014

Debiti con le banche: Lugano rischia il fallimento


Leggevo sulla Repubblica che anche per la Svizzera i tempi che corrono non sono dei migliori...

LUGANO - Grido d'allarme di Lugano, la sede della terza piazza finanziaria svizzera, i cui conti sono messi malissimo. Si è appreso, infatti, che senza una drastica politica di risparmi e di aumenti delle imposte la città, nel giro di un paio d'anni, avrebbe corso il rischio di fallire. Proprio come è capitato a Detroit.
"L'esposizione con le banche - ha ammesso il sindaco leghista, Marco Borradori - ammonta a un miliardo di franchi". Quindi all'equivalente di oltre 800 milioni di euro. Una vera e propria voragine per una città la cui popolazione non arriva agli 80 mila abitanti. Per non parlare del debito pubblico salito, in 10 anni, del 1255 per cento, da poco più di 41 milioni di franchi ad oltre 560, ovvero da 35 a 450 milioni di euro. Una situazione dovuta, principalmente, alla politica di aggregazioni messa in atto da Lugano che, in pochi anni, ha inglobato numerosi comuni della sua cintura.

Ad aggravare la situazione è intervenuta, poi, la crisi finanziaria, con la conseguenza di un calo del 40 per cento del gettito fiscale di banche e fiduciarie. "Anche per il futuro la previsione delle entrate fiscali è piuttosto negativa", ha detto il responsabile delle finanze cittadine, Michele Foletti, lui pure esponente della Lega dei Ticinesi. "Dobbiamo, assolutamente, invertire questa tendenza", ha aggiunto. Come prima misura è stato deciso un aumento delle imposte del 10 per cento. Cui seguirà una rigorosa politica sulle spese del personale ma, pure, un consistente aggravio delle tasse sullo smaltimento dei rifiuti.

Nel frattempo, a dimostrazione, della gravità della situazione, gli amministratori luganesi sono stati costretti a chiedere un prestito di 101 milioni di franchi a Ubs, per pagare spese e stipendi, comprese le 13esime del 2013. Oltre a trovarsi costretti a non poter rimpiazzare 41 dipendenti comunali, andati in pensione. "Senza enormi misure di contenimento - ha messo in guardia Foletti - nel 2016 ci sarebbe il fallimento".