La BMCE ha diviso la zona Casablanca in due sotto-regioni: una nord ed una sud. La prima va dalla parte settentrionale della capitale a Mohammedia, importante città portuale, mentre la seconda va dalla parte meridionale di Casablanca a Settat. Esiste poi un grande centro che è invece suddiviso in tre regioni bancarie: il centro meridionale da cui d’ora in poi dipenderanno Marrakech, Ouarzazate, Safi ed Essaouira; il centro atlantico che coprirà le zone di Rabat- Salè e Kenitra- Larache; il centro Fez, Meknes, Errachidia; il grande sud per la zona compresa da Agadir a Lagouira. Alla circoscrizione nord Mediterraneo apparterranno invece le regioni di Tangeri e Tetouan ed a quella orientale Ouijda e Nador. Secondo Brahim Benjelloun la messa in pratica di una politica di delocalizzazione risponde alle esigenze che le banche hanno di adattarsi alla futura regionalizzazione politica del Marocco e di facilitare le decisioni relative al rilascio del credito ed al finanziamento delle economie locali.

Le banche popolari regionali sono attualmente dieci e costituiscono la base del Credito Popolare del Marocco, Crédit Populaire du Maroc. La mobilitazione dei risparmi delle diverse aree del Marocco è a loro carico. Sono l’unica realtà bancaria del paese ad aver costituito una cooperativa a capitale variabile: questo comporta che, oltre ad offrire ai propri clienti una serie di vantaggi finanziari, permettono loro di partecipare alla vita sociale della banca. Solo la banca Attijarifawa è rimasta esente dal processo di localizzazione. Una reticenza probabilmente collegata ai dati più recenti relativi alla propria attività, polarizzata per il 76% nella zona di Casablanca e per il 10% a Rabat – il restante 6% è sparso nel paese. Dati assimilabili a due ragioni fondamentali: tanto a Casablanca quanto a Rabat si sono concentrate le maggiori opere infrastrutturali marocchine degli ultimi anni e Casablanca è la capitale economica e finanziaria del paese.(da Maroccoggi)
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