Dal Corriere della Sera...
MILANO - L’incontro di giovedì sera a Milano tra i banchieri più esposti con Sorgenia - che ha 1,8 miliardi di debiti di cui 600 in eccesso - e l’azionista di controllo Cir della famiglia De Benedetti non è servito a sbloccare la complessa trattativa sulla ristrutturazione del debito del gruppo di energia, che Cir controlla insieme con il partner austriaco Verbund (al 46%).
Secondo quanto trapelato, la discussione è stata convocata senza gli advisor delle parti - Rothschild per conto degli istituti di credito, Lazard per conto di Cir - proprio per sondare le intenzioni dell’azionista di maggioranza (Cir ha il 52% circa di Sorgenia).
All’incontro hanno partecipato gli amministratori delegati di Montepaschi, Fabrizio Viola (che in quanto banca più esposta con 600 milioni di crediti avrebbe sollecitato e ospitato il summit), di Unicredit, Federico Ghizzoni, di Banca Imi, Gaetano Micciché, del Banco Popolare, Pierfrancesco Saviotti, di Ubi Banca, Victor Massiah, di Bpm, Giuseppe Castagna, anche se in totale sono una ventina le banche esposte tra la holding e le società operative. Dall’altra parte del tavolo, il presidente di Cir Rodolfo De Benedetti e l’amministratore delegato Monica Mondardini , che hanno l’ultima parola in merito, come ha fatto capire ieri il fondatore del gruppo, Carlo De Benedetti: «Non c’entro nulla, non sono in consiglio e non sono più azionista Cir. È una domanda che dovete fare ad altri», ha detto l’Ingegnere ai cronisti che lo interrogavano sulla vicenda.
A dicembre l’amministratore delegato di Sorgenia, Andrea Mangoni, ha presentato un piano di ristrutturazione del gruppo avanzando alle banche anche una richiesta di moratoria e standstill fino a luglio 2014 per garantire la piena operatività della società. I banchieri però prima di rinunciare a parte dei crediti - sarebbe una perdita secca che vorrebbero evitare, specialmente ora che si avvicinano gli esami europei dell’asset quality review e degli stress test - e a finanziare la ristrutturazione hanno chiesto all’azionista se sia disposto a fare la propria parte, e con quanto denaro. E qui - secondo le indiscrezioni - le posizioni sarebbero distanti.
Cir avrebbe messo sul piatto non più di 100 milioni di euro, mentre le banche avrebbero chiesto all’azionista uno sforzo più alto, attorno a 300 milioni (su 600 complessivi) per ridurre l’indebitamento in eccesso. Non dovrebbe necessariamente trattarsi di aumento di capitale: potrebbero essere emessi anche «strumenti partecipativi di capitale» o un finanziamento soci.
La prossima settimana dovrebbe esserci un nuovo incontro, non ancora fissato, tra i big del credito e la famiglia De Benedetti. Senza un accordo con le banche la situazione finanziaria di Sorgenia potrebbe diventare critica, visto la società ha già una operatività finanziaria molto limitata.
martedì 18 febbraio 2014
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