Senza dubbio è stato ed è un successo agevolato da un mercato finanziario stracolmo di liquidità e da una situazione che vede gli istituti di credito italiani sottovalutati rispetto a molti altri concorrenti europei, e quindi a sconto: non a caso, a comprare sono stati soprattutto i fondi d'investimento, anche in vista del risiko che - si suppone - verrà.
Grazie al suo aumento di capitale, il Monte dei Paschi di Siena ha potuto ripagare un'ampia fetta di Monti bond, Carige ha saldato i conti con il passato, la Banca popolare di Milano ha posto le basi per vedersi eliminati gli add-on e le altre popolari hanno messo fieno in cascina in vista degli esami della Banca centrale europea: chi risulterà carente di capitale potrà dire di aver intanto riempito i serbatoi, chi invece sarà oltre la linea di galleggiamento si ritroverà in casa risorse utili per la nuova fase di aggregazioni, di M&A, mergers and acquisitions, che tutti si attendono per i prossimi mesi.