venerdì 4 ottobre 2013

La Bce lascia i tassi al minimo storico. Draghi: «Ripresa debole e irregolare»



Il Corriere ci rassicura: "L’instabilità politica italiana meno pericolosa che in passato"

La Bce lascia invariato il costo del denaro che resta così al suo minimo storico. Il Consiglio ha infatti deciso di tenere fermo il tasso di riferimento allo 0,50%. Resta all’1% il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e allo 0% quello sui depositi.

POLITICA MONETARIA - Prima di decidere di mantenerli invariati, il board della Bce ha discusso di un possibile ritocco dei tassi di interesse. «E come l’ultima volta — ha fatto sapere Mario Draghi — alcuni governatori hanno detto che il miglioramento dell’economia non giustificava una tale mossa, altri hanno detto il contrario e alla fine abbiamo deciso di lasciare i tassi al livello attuale. La nostra politica monetaria — ha aggiunto — rimarrà accomodante per tutto il tempo necessario, in accordo con la forward guidance indicata a luglio». Poi il presidente della Bce ha discusso degli indicatori economici dell’Eurozona. Il graduale rafforzamento dei mercati finanziari sta iniziando a trasmettere i suoi effetti all’economia reale e i redditi privati starebbero traendo benefici dalla bassa inflazione. Così almeno ha dichiarato il presidente della Bce, aggiungendo che i rischi per l’economia restano al ribasso a causa di «nuove tensioni geopolitiche, una domanda globale più debole del previsto e un’applicazione insufficiente o lenta delle riforme strutturali nei Paesi dell’area».

ITALIA - Ma la ripresa dell’Eurozona, ha tenuto a specificare Draghi «è debole, fragile e irregolare». I paesi dovrebbero continuare «i loro sforzi per ridurre i deficit e riportare gli alti livelli del debito pubblico in un percorso discendente». Sull’Italia, dove il premier Enrico Letta ha oggi avuto la fiducia dal Senato, Draghi è stato chiaro: l’instabilità politica in Italia e in altri Paesi «può essere negativa per le speranze di ripresa» nazionali ma «non ha intaccato le fondazioni dell’Eurozona come accaduto in passato», grazie alla maggiore credibilità dei conti pubblici e all’intervento passato della Bce. Il messaggio inviato dai mercati all’Italia è una richiesta di «stabilità e riforme» ha detto Draghi, salvo poi aggiungere che paesi come l’Italia devono portare avanti le necessarie riforme prima di tutto per il loro bene piuttosto che per la pressione dei mercati.




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