lunedì 7 gennaio 2013

Bisogna ridimensionare i colossi bancari

Come dice Il Sole 24 Ore, nella discussione sulla questione se le più grandi istituzioni finanziarie americane siano diventate o meno troppo grandi, è in corso un radicale cambiamento di rotta nell'opinione corrente. Due anni fa, durante il dibattito per la legislazione sulla riforma finanziaria “Dodd-Frank”, in pochi pensavano che le megabanche globali costituissero un problema urgente.

In ogni caso, il Governo, secondo gli amministratori delegati delle più grandi banche, non poteva imporre un limite alle loro dimensioni patrimoniali, perché per far ciò si sarebbe compromessa la produttività e la competitività dell'economia statunitense. Si sentono ancora argomenti di tal tipo, ma sempre più solo da parte di coloro che sono impiegati da mega-banche globali, inclusi i loro avvocati, consulenti e docili economisti.
Tutti gli altri hanno cambiato punto di vista e ritengono che questi colossi finanziari siano diventati troppo grandi e complessi da gestire, c on enormi conseguenze negative per l'economia generale. E ogni volta che l'amministratore delegato di una banca di questo tipo è costretto a dimettersi, aumenta le prova che queste organizzazioni sono diventate impossibili da gestire responsabilmente, in modo tale da generare valore sostenibile per gli azionisti e tenere fuori dai guai i contribuenti.
Wilbur Ross, un investitore leggendario con una grande esperienza nel settore dei servizi finanziari, ha espresso con chiarezza il punto di vista su questo tema. Ross ha di recente dichiarato: «Penso sia stato un errore fondamentale da parte delle banche diventare tanto sofisticate, e penso che il problema più grande della sola dimensione sia la questione della complessità».



Nello stesso tempo, le migliori autorità di regolamentazione hanno incominciato ad enunciare cosa bisogna fare. Le nostre banche devono diventare più semplici. Tom Hoenig, ex presidente della Federal Reserve Bank di Kansas City, ed ora alto funzionario presso la Federal Deposit Insurance Corporation, sostiene la necessità di una separazione delle attività commerciali da quelle di gestione di titoli delle grandi banche. Le culture non si integrano mai bene, e le grandi aziende che commerciano titoli sono notoriamente difficili da gestire.
Hoenig e Richard Fisher, il presidente della Federal Reserve Bank di Dallas, hanno guidato l'attacco su questo tema all'interno del Sistema della Federal Reserve. Entrambi hanno enfatizzato il fatto che l' essere «troppo complesso da gestire» è quasi sinonimo di «troppo grande da gestire», almeno all'interno dell'odierno sistema bancario statunitense. Ora questi temi sono stati ripresi da Dan Tarullo, un membro influente del consiglio dei Governatori del Federal Reserve System. Di recente, Tarullo ha richiesto un contenimento alla dimensione delle più grandi banche americane, per limitare le loro passività non derivanti da depositi come percentuale del Pil .

Tarullo giustamente non considera la limitazione delle dimensioni delle grande banche come una panacea, il suo discorso ha messo in chiaro che vi sono molti rischi potenziali in tutti i sistemi finanziari. Ma, utilizzando il linguaggio spesso sfumato dei banchieri centrali, Tarullo ha trasmesso un messaggio chiaro: il culto della dimensione è stato un fallimento.
Più in generale, abbiamo perso di vista quanto si suppone che il sistema bancario sia tenuto a fare. Le banche giocano un ruolo fondamentale in tutte le moderne economie, ma tale ruolo non consiste nell'assunzione di una quantità enorme di rischi, dove le perdite al ribasso vengono coperte dalla società.
Ross aveva ancora ragione quando di recente ha dichiarato «Penso che il vero scopo e la necessità reale che in questo Paese sono alla base del sistema bancario è soprattutto quella di concedere prestiti soprattutto alle piccole imprese e agli individui. Penso che sia la parte più difficile da adempiere». Ed ha aggiunto: «I mercati del capitale sono sufficientemente sofisticati e sufficientemente profondi da permettere che le imprese più grandi abbiano un sacco di modi alternativi per trovare capitali. Le piccole imprese e gli individui privati non hanno davvero la possibilità di accedere ai mercati pubblici. Sono loro quelli che più seriamente hanno bisogno delle banche. Penso che queste abbiano come perso la traccia di tale scopo».

Hoenig e Fisher hanno la giusta visione. Tarullo si dirige verso la strada giusta. Ross e molti altri nel settore privato comprendono appieno ciò che deve essere fatto. Coloro che si oppongono alle loro proposte di riforma sono probabilmente addetti ai lavori. Persone che hanno ricevuto pagamenti dalle grandi banche nell'ultimo anno o due.

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