venerdì 7 giugno 2013

Draghi: «Ripresa più lontana nell’eurozona disoccupazione giovanile inaccettabile»

Dal Corriere della Sera: il credito è debole. Il presidente della Bce: «Flessibilità tutta scaricata sui giovani» 

Le riforme del mercato del lavoro «hanno scaricato tutta la flessibilità sulle spalle dei giovani» e ciò, insieme alla globalizzazione, è il principale motivo dell’elevata disoccupazione giovanile nell’Eurozona. Il presidente della Bce, Mario Draghi, che ha rinnovato l’invito ai governi affinché venga corretta la stortura di una disoccupazione giovanile che raggiunto «livelli inaccettabile». La Banca centrale europea ha nuovamente tagliato le sue stime per la crescita dell’Eurozona per il 2013, ora a -0,6% contro -0,5% indicato tre mesi fa. Per il 2014 le nuove stime danno +1,1%, rivisto lievemente al rialzo.


RIFORME AVANTI - I Paesi in difficoltà che ora godono di un atteggiamento più favorevole da parte dei mercati non devono abbassare la guardia e abbandonare gli sforzi per realizzare le riforme strutturali per la crescita.  TASSI FERMI - Il tasso d’interesse di riferimento è rimasto fermo allo 0,50%, livello che rappresenta il minimo storico dalla nascita dell’euro. La decisione era attesa dal mercato, anche se alcuni analisti non escludono che un ulteriore ribasso dello 0,25% possa essere deciso entro luglio. Molto dipenderà dalle scelta della Fed, la banca centrale americana. Invariati anche il tasso marginale all’1% e quello sui depositi a zero.

LA DECISIONE - «A grandissima maggioranza il consiglio direttivo della Bce» ha ritenuto non esistessero le condizioni per un nuovo taglio dei tassi. Lo ha detto in conferenza stampa il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi. «Abbiamo avuto un’ampia discussione su quelle misure che devono affrontare i problemi di finanziamento» ha aggiunto. Fra le misure valutate, le iniezioni di liquidità (Ltro), le asset-backed securities, la politica dei collaterali

STRESS TEST - I nuovi stress test che la Bce condurrà dovranno avvenire dopo l’impegno dei governi e delle altre istituzioni a fornire un sostegno per il rafforzamento del capitale delle banche. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi: «non vogliamo fare l’errore del 2011», ha detto Draghi.

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